La Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI) è un approccio psicoterapeutico innovativo, pensato per supportare pazienti con disturbi di personalità che incontrano difficoltà nella comprensione e gestione delle proprie emozioni. Molti di questi pazienti faticano a individuare le cause delle emozioni intense e a controllarne le conseguenze negative, così come a comprendere i pensieri e le emozioni degli altri. Questa capacità di riflettere su sé stessi e sugli altri è nota come metacognizione.

Spesso i pazienti sono guidati da schemi interpersonali di cui non sono pienamente consapevoli: aspettative su come gli altri risponderanno ai loro desideri, bisogni e ambizioni. Questi schemi possono generare sofferenza prima ancora di iniziare una relazione o portare a comportamenti che ostacolano la realizzazione dei propri obiettivi e il riconoscimento positivo da parte degli altri. Ad esempio, chi teme critiche costanti può provare colpa o vergogna, evitare di mostrarsi autenticamente, trascurare segnali di approvazione e amplificare quelli negativi, reagendo con intensa emotività e bloccandosi nel perseguire le proprie mete.

La TMI affronta anche le difficoltà nella regolazione emotiva. Alcuni pazienti rimangono intrappolati in stati di angoscia, colpa, vergogna o rabbia, senza riuscire a calmarsi; altri entrano in stati di apatia o spegnimento affettivo, incapaci di trarre beneficio da esperienze piacevoli o motivanti.

Un ulteriore obiettivo della TMI è aiutare i pazienti a identificare le proprie mete personali e a farsi guidare da obiettivi interni, evitando passività e sensazioni di impotenza di fronte al mondo esterno.

(fonte: Centro TMI Roma)

Gli obiettivi principali della TMI includono:

• Migliorare la metacognizione, vale a dire la capacità di comprendere i nostri pensieri, le nostre emozioni, nessi psicologici dei nostri comportamenti, i pensieri, le emozioni e i comportamenti altrui.  Tutto ciò al fine di utilizzare tale conoscenza per  ridurre la sofferenza e promuovere modalità più sane di relazionarsi.
  
  

• Individuare schemi interpersonali: riconoscere le aspettative e i modelli di comportamento che generano sofferenza o ostacolano la vita affettiva e sociale.
  
  

• Analizzare strategie disfunzionali: comprendere come la persona cerca di gestire emozioni negative, passività o momenti di chiusura e depressione, al fine di sviluppare modalità sane e funzionali di affrontamento.
  
  

Una volta rafforzata la metacognizione, identificati gli schemi interpersonali problematici e riconosciute le strategie emotive disfunzionali, paziente e terapeuta lavorano insieme per mettere in atto interventi mirati a promuovere il cambiamento e migliorare il benessere emotivo e relazionale.

(fonte: Centro TMI Roma)